Il Biancospino di Iago (recensione del Circolo)

All’intimismo che pervade Il dubbio (Seneca Edizioni, 2005) fa eco il risuonare d’una condanna comune, rintocco di perdizione per gli schiavi di una civiltà decadente, costellata di figure emblematiche, uomini perduti nei vacui contorni dell’apparenza.
“Ignoranti e senza conoscenza, che annaspano come naufraghi in un mare di detriti” i più “venerati da amici, tarlati da ipocrisia ed invidia,[…] non ammettono i loro fallimenti”. Costoro sbarrano il passo al “parco dei sogni” dove “il biancospino apre i suoi fiori ad alcuni” (Il Biancospino).

Solo per questi ultimi si schiude la forza creativa della Storia, che si nutre avidamente della loro esistenza. Solo per costoro la capacità di attingere a nuove Possibilità la cui radice affonda nella sofferenza e nell’estasi: “il dolore tuona ed il lampo della libertà trafigge il cuore di che cerca la verità.” un rapimento estatico che ha breve durata poiché non appena la realtà riprende i suoi reali contorni “il gran Vuoto torna ad esistere”(Noi).
Questa è la scelta.
La consapevolezza del dolore contro la fulminea comparsa dell’Infinito, venato in origine dall’impossibilità della permanenza.
La minaccia della perdita e l’illusione sono protagonisti in questo gioco esistenziale: “il passato sta nascendo e segue la traiettoria dell’errore
Tutto è pronto per essere ma ancora una volta non sarà.
L’illusione tiene in gravità gli intendimenti.”
Ed alla fine
“i segni solcano la pelle e le loro grida giungono fino a noi.
… soporiferi sogni di emblematiche illusioni”. (L’illusione)

Il contro altare, arbitro distante, è il dio lontano, l’artefice che formulò per gli uomini l’eterno dubbio
“ […]l’unicità si lascia vincere dalla fine, l’Eterno Dubbio l’ha ingannata.
L’ultima cena è terminata, i commensali si ritirano. La volont�
smarrita, si unisce all’umanità e gli porge il perdono.
Il silenzio della montagna sacra avvolge il tutto… in attesa di altri inutili rumori.”
(L’Eterno Dubbio)
Ma in questi versi non ci sono solo immagini distanti, frutto dell’astrazione; esse trovano corpo nel luogo del mondo e la loro complessa trama viene ordita grazie a figure che prendono vita: la marginalità di Jena che sola vive in terra straniera, il grigio vivere di un uomo come tanti, l’allegra spensierata profondità di un cane, tutto concorre a dare forma al pensiero.}

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