Laboratorio di poesia
Dopo aver affrontato, nelle edizioni passate del nostro laboratorio di poesia Martedì (di)versi, dei percorsi legati a specifiche tematiche, per l’anno 2018-2019, il circolo propone, sotto la guida di Antonio Contoli, la conoscenza e l’approfondimento dell’Haiku, a partire dalla struttura metrica (divisione in sillabe, accenti, ritmo), fino ai suoi contenuti semantici, in un continuo gioco di rimandi tra essenzialità e complessità.
“Lo Haiku giapponese fa invidia: quanti lettori occidentali non hanno mai sognato di passeggiare per la vita, taccuino alla mano, annotando qui e là delle “impressioni”, la cui brevità garantirebbe la perfezione, la cui semplicità attesterebbe la profondità (in virtù d’una doppia mitologia, l’una classica, che fa della concisione una prova d’arte, l’altra, romantica, che attribuisce un valore di verità all’improvvisazione)?” (R. Barthes, L’impero dei segni)
L’haiku(俳句), dal gusto così minimalista e moderno risale in realtà al XVII secolo. Si tratta di un componimento poetico nato in Giappone, composto da 17 more (una mora è l’unità linguistica minima che, nella nostra lingua, può essere assimilabile a una sillaba breve) suddivise in 3 soli versi, rispettivamente di 5, 7 e ancora 5. Diciassette unità metriche ripartite in tre linee di cui la terza è uguale alla prima. Rappresenta una poesia breve dai toni semplici, senza fronzoli, che sintetizza in un’unica immagine le suggestioni della natura. Spesso un haiku descrive un attimo del presente, lasciando al lettore l’immaginazione di completare il resto.
L’origine dell’haiku è molto antica; ad ogni modo questa breve forma di scrittura viene riconosciuta come “autonoma” e adottata come opera letteraria solo durante l’epoca Edo (1603-1868) grazie a maestri come Matsuo Basho, per poi perfezionarsi nei secoli successivi. Il successo dell’haiku non è rimasto limitato al Giappone del XVII secolo, ma si è esteso anche ai tempi moderni e al di fuori della sua terra di origine: in Occidente si sono cimentati con questa forma poetica autori quali Sanguineti, Kerouac, Saba, Zanzotto e altri.
L’haiku, nella sua forma classica, contiene un kigo, cioè un riferimento stagionale. Questo riferimento può essere dato da un animale (si pensi per esempio alla rana per indicare la primavera o alla lucciola per l’estate), una pianta, un evento, una tradizione, un riferimento al tempo atmosferico o al cielo e i suoi corpi celesti. Altre caratteristiche dell’haiku comprendono il ribaltamento semantico e l’espressione di stati d’animo quali lo stupore, la nostalgia e altri.
A fronte, infatti, di una apparente semplicità formale, scrivere haiku richiede una sensibilità che porti a riconoscere anche nell’oggetto apparentemente più insignificante un valore poetico, la capacità di racchiudere in pochi versi, e così suggerire al lettore, l’intima essenza delle cose, le verità eterne dell’uomo e della natura, colte nella concretezza occasionale della propria esperienza sensoriale, attraverso un gioco di richiami tra movimento interiore e osservazione del mondo esterno e della natura, con l’attitudine a osservare senza giudicare. Il complesso di regole che caratterizza gli haiku (il numero esatto di sillabe, il kigo, il ribaltamento semantico, gli stati d’animo) costituisce una sfida alla creatività poetica nella ricerca di soluzioni espressive sempre nuove e originali. Per citare il maestro Basho: “Non seguire le orme degli antichi, ma quello che essi cercarono”.
Nel corso del laboratorio, insieme ad Antonio, vincitore del premio Capoliveri (edizioni 2010, 2012, 2013, 2014 e 2015), impareremo a riconoscere e a fare esperienza degli elementi costitutivi dell’haiku, a familiarizzare con i principali autori, partendo dal fondatore, Matsuo Basho, fino alla produzione, in tempi più recenti, di autori occidentali, leggendone i testi, con lo scopo di giungere a comporre dei nostri haiku, completi di tutti gli elementi che questo genere richiede, che potremo condividere col gruppo nel corso degli incontri.
Il Laboratorio di articolerà secondo il seguente calendario:
-
- Martedì 2 ottobre: In principio era… l’Haiku! – Definizione dell’Haiku: cos’è e soprattutto cosa non è. Il Seikasan o Haiku “impuro”. Breve storia dell’Haiku: dal Renga all’Haiku. Sillabazione grammaticale e accentazione.
- Martedì 6 novembre: Dal suono alla sillaba: scrivere in forma di Haiku – I 4 maestri giapponesi: vita ed opere di Matsuo Basho.Sillabazione metrica. Cenni di metrica (dittongo, iato, crasi, sinalefe…).
- Martedì 4 dicembre:Kigo o non Kigo, questo è il dilemma! (parte prima) – I 4 maestri giapponesi: vita ed opere di Yosa Buson. Il riferimento stagionale o kigo.
- Martedì 8 gennaio: Kigo o non Kigo, questo è il dilemma! (parte seconda) – I 4 maestri giapponesi: vita ed opere di Kobayashi Issa. Le alternative al kigo: il piccolo kigo, il kigo misuralis, il kigo temporis, il kigo zidai. Il Mukigo e il Senryu.
- Martedì 5 febbraio: Le stagioni del sentimento: alla ricerca degli 8 stati d’animo – I 4 maestri giapponesi: vita ed opere di Masaoka Shiki. Il kigo kimoti e gli 8 stati d’animo pricipali: wabi, aware, sabi, yugen, hosomi, karumi, sabishisa e shiori.
- Martedì 5 marzo: Colpo di scena: Kireji e Kana, fino al ribaltamento semantico. – Gli eredi degli antichi maestri giapponesi: breve panoramica sulla vita e sulla produzione artistica di alcuni poeti giapponesi contemporanei. Il kireji e il ribaltamento semantico.
- Aprile: evento speciale all’interno del festival DieciLune
- Martedì 7 maggio: Il suono della poesia: impariamo come leggere un Haiku – Guardando all’occidente: Jack Kerouac, Jorge Luis Borges, Allen Ginsberg, Paul Claudel, Federico Garcia Lorca, Ezra Pound, Paul Celan, Paul Eluard, Jean Paulhan, Rainer Maria Rilke, Emily Dickinson, Sylvia Plath. Le esperienze in lingua inglese e la scelta del verso libero. Traduzione e/o traslazione. Come si legge un haiku: stile Zikan e stile Sinrai Suru.
- Martedì 4 giugno: Oltre le 17 sillabe: come approcciarsi ad una raccolta di Haiku – L’Haiku in Italia: Gabriele D’Annunzio, Mario Chini, Andrea Zanzotto, Edoardo Sanguineti. L’influenza sugli “ermetici”: Giuseppe Ungaretti, Salvatore Quasimodo, Umberto Saba, Eugenio Montale. Raccolte di Haiku: la raccolta Tawani, la raccolta Nakanisoto e la raccolta Hanasanasi. Contaminazioni tra prosa e poesia: l’Haibun.
In ogni incontro ci saranno letture ed esercitazioni sul tema specifico indicato.
In aggiunta agli otto incontri, stiamo organizzando un evento per l’Hanami, la tradizionale usanza giapponese di godere della bellezza della fioritura primaverile degli alberi, che si terrà presumibilmente tra aprile e maggio, presso il laghetto dell’EUR, per leggere assieme gli Haiku dei Maestri e quelli realizzati da ciascuno dei partecipanti.
I partecipanti del laboratorio avranno il loro spazio durante la Notte Bianca della Poesia, annuale caposaldo della programmazione del Circolo Bel-Ami.
Responsabile
Antonio Contoli e Alessandra Carnovale
In sintesi
Laboratorio di poesia “Martedì (di)versi”
ogni primo martedì del mese
dalle ore 19:00 alle 21:00
Via Alberico II, 37 Roma (zona Prati)
(c/o Associazione Oroincentri)
Costo del laboratorio
Il laboratorio è gratuito.
Si richiede un contributo di 2 euro a persona come contributo all’associazione ospitante Oroincentri. Nessun costo per i soci effettivi del circolo.
Maggiori informazioni e prenotazioni:
labopoesia@bellami.it