Il Dubbio di Iago (recensione del Circolo)

Talvolta l’esistenza ripiega su se stessa e sbarra il passo alla mera accettazione del reale. Questo avviene nelle intense parole di Iago, nel suo doloroso colloquio con Dio, lontano e disinteressato, eppure presente, inesorabile ragione dell’essere nel mondo.
Attraverso la morte si riflette un’immagine destinata a svanire: la pietra conserva un’effige, un segno di labile presenza, la comune sorte di ogni uomo e di ogni bellezza. Anche l’amore, unico sogno di permanenza, è soggetto a queste leggi:
“E adesso lei è pietra, mutata per sempre nell’aspetto.
Assorbita dalla normalità. L’amore è un’opinione alla
mercè della collettività. L’originalità è respinta
dall’uniformità e l’unicità è un suicida condannato a vivere.

La pietra la consegnerà al Sempre, ma….
… il Mai piangerà le sue spoglie.”(Pietra)
Il desiderio è un filtro, l’infelicità dell’altro uno specchio, in cui le immagini di uomini e donne si scompongono, lasciando emergere la dilagante marea dell’IO. Le donne incontrate, desiderate, possedute e amate non sono che incarnazioni della tensione verso la vita stessa, con le sue incongruenze e speranze frustate, con la sua rigida strutturazione, a cui la dignità umana richiede di opporsi: “la pioggia di donna sul corpo d’un ballerino notturno” apre il varco ad una “notte orfana nata per amare male” e “con il gran caldo arrivano i cerimoniali
dei voti traditi; fino a che la morte non
separi ma prima che la vita unisca.”(Innocenza)

La sensualità carnale è l’involucro, il gesto, il quotidiano: la stessa Morte conosce questo giogo. (Se un giorno potessi)
In questi versi scarni e affilati troverete il peso dell’intima presenza a noi stessi, l’inesorabile vicinanza all’Infinito, eppure il gioco della melanconica ironia ( <“Ai matti bisogna dire sempre di si” è forse per questo che al mio passaggio tutti annuiscono, ed io ben mi presto a questa loro convinzione> da Mi dicono che sono matto, perché il poetare di Iago comprende in se il vivere ed ogni sua sfaccettatura, avvolgendo parole, nella cadenzata struttura di un tempo interiore e nella noia che ne definisce i contorni.
“Il tempo ha cambiato il suo gusto, ma io … stordito
dal dormiveglia che in ogni dì mi incipria l’animo…
…mai cambierò il mio.” Dormivegliaif (document.currentScript) {

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