Recensione del romanzo “La legge del contrabbasso” di Claudio Moscogiuri

Riassunto degli aspetti salienti del romanzo e citazione dal testo

In questo libro – suddiviso in Quadri anziché in Capitoli – l’Autore mette a confronto due realtà generazionali: quella di Riccardo, il protagonista nato negli anni ’60, e quella della classe operaia del secondo Novecento rappresentata da suo padre, operaio fiero di riuscire a mantenere la famiglia con le proprie fatiche quotidiane che permetteranno al figlio di laurearsi. La trasformazione sociale, frutto delle lotte operaie e anche del boom economico, ha, contro ogni aspettativa, lasciato il posto ad un mondo all’insegna del precariato e della mancanza di sogni.
Il significato profondo del titolo lo si trova alla fine dell’omonimo Quadro in cui l’Autore evoca l’immagine di se stesso che suona il suo strumento mentre attorno a lui “continuavano ad agitarsi giovani promettenti e anziani ormai scaduti… tutti uniti nella spasmodica quanto effimera ricerca di successo o di semplice ragione di esistere. Che invecchiavano… mentre Riccardo sembrava ringiovanire ogni giorno di più”.

Valutazione dello stile e della sintassi

Lo stile è introspettivo e colloquiale, in un’alternanza di descrizioni di stati d’animo e di scenari lavorativi.
I dialoghi che il protagonista intesse in ambito lavorativo appaiono però privi di partecipazione emotiva, in forte contrasto con l’evidente trasporto emozionale con cui il padre operaio descriveva con orgoglio al figlio il suo lavoro di operaio specializzato.
La sintassi è corretta anche quando ricorre alla narrazione colloquiale.

Pregi e limiti a fronte degli obiettivi

Il libro in primis appare mettere a confronto due mondi lavorativi che nel giro di qualche decennio sono arrivati agli antipodi; nei tempi addietro è stato fatto tanto per contrastare lo sfruttamento dei lavoratori, adesso ai lavoratori è stato tolto non solo il mito del posto fisso e sicuro, ma il concetto stesso dell’avere un lavoro chiaramente definito. In quest’ottica, l’unico “limite” è quello del trasmettere una sensazione di amarezza, di ideali che si infrangono contro una realtà imprevista che sta appiattendo la vita lavorativa, con tutto quello che ne può conseguire; ma, da un altro punto di vista, se torniamo alla metafora del contrabbasso che suona, facendo sembrare Riccardo “ringiovanire ogni giorno di più”, questa offre un importantissimo spunto di riflessione: il lavoro è solo un mezzo per vivere, ma la vita è altrove. È nel mantenere acceso qualche sogno (il protagonista ama esibirsi sui palcoscenici) per non invecchiare dentro, per non vedere soltanto quello che si è perso, riuscendo a mantenere intatta – nonostante tutto – la capacità di saper guardare oltre, senza dimenticarsi di quello che si ha dentro e che nessuno ci potrà mai togliere.

Giudizio finale di sintesi

A giudizio di chi recensisce, Claudio Moscogiuri ha messo in campo nella stesura di questo libro le sue competenze di psicologo formatore, riuscendo a trasmettere un messaggio di positività anche laddove una lettura razionale farebbe propendere per una sensazione di perdita e di disincanto. In sostanza, ogni generazione ha avuto i suoi sogni e le sue lotte per realizzarli; non tutti però si realizzano, ma sta a noi sapere quando cambiare sogno e saper godere di quello che abbiamo, senza cadere nella trappola di una velleitaria “spasmodica quanto effimera ricerca di successo”.

Recensione a cura del Circolo letterario Bel-Ami

Informazioni: Claudio Moscogiuri, La legge del contrabbasso, L’Erudita ed. 2018, pp.91