Oooohhhh Champs Elisées…

Un consiglio per i turisti lo devo dare: evitare gli Champs Elisées. Sono una delusione profonda. Effettivamente l’Arc de Triomphe che ne definisce l’inizio, dalla parte opposta della Place de la Concorde, ha la sua maestosità, ma si può tranquillamente evitare di fare la fila per salire sulla terrazza panoramica.

Una vista altrettanto bella la si ha dal Centre Pompidou o dal piazzale dell’Eglise de Montmartre. Per il resto, la parte alta degli Champs Elisées non presenta nessuna particolare attrattiva. I negozi sono per lo più quelli delle grandi catene internazionali e altri punti vendita si trovano sparsi in tutto il resto della città. Oltre a questi, non mancano certamente le grandi boutiques dei più prestigiosi marchi della moda. Alcuni grandi firme hanno trovato spazio nell’adiacente Avenue George V. Ma quanti in fondo hanno realmente il desiderio di mettersi pazientemente in fila insieme a tanti turisti dell’estremo oriente per entrare in un mega-store dove la più insignificante delle micro-borse si aggira sui 1000 euro?

I campi elisi cambiano volto, si imbellettano e diventano decisamente più gradevoli durante le feste natalizie. Numerosi stand in legno di pino popolano i due lati dell’avenue. Vale la pena farci un giro, se non altro per approfittare di un buon bicchiere di vin brulé (qui si dice vin chaud, ndr) e un piatto abbondante di tartiflette (patate, pancetta e formaggio fuso). Altrimenti la sera, durante il resto dell’anno, il viale si spegne e non si distingue certo per la sua vivacità. La discoteca Le Queen, frequentata soprattutto da stranieri, è un punto di riferimento da oltre vent’anni della night-life della città. La musica è pop-commerciale, la clientela giovane e alla moda. Di tanto in tanto alcuni grandi DJ fanno tappa qui, facendo impennare, ovviamente, il costo dell’ingresso.

La notte di capodanno è da tralasciare senza indugi. Meglio avvicinarsi verso il Trocadero per godere delle luci della Tour Eiffel. Sugli Champs si riversano frotte di giovani alticci che in diverse occasioni negli scorsi anni hanno animato vivaci scontri di strada con le forze dell’ordine.

Il lato più interessante degli Champs è forse quello centrale, laddove si trovano il Grand e il Petit Palais. Il Grand Palais è un edificio di architettura squisitamente liberty, molto affascinante; ospita al suo interno mostre ed esposizioni di richiamo internazionale. Di particolare interesse è la FIAC, la fiera di arte contemporanea che ha sede qui una volta l’anno e che si trasforma in una vera e propria mostra. Piuttosto valida anche come esperienza sociologica, visto il tipo medio di frequentatori dell’evento, alquanto eccentrici. Giusto dall’altro lato della strada si trova il Petit Palais, anch’esso di architettura mirevole. Si tratta di uno degli edifici patrimonio dello stato ed accoglie una discreta collezione di arte moderna fruibile gratuitamente. La caffetteria sotto le arcate del cortile interno offre la possibilità di un momento di relax molto piacevole.

Se non fosse per queste peculiarità, gli Champs élisées sono di per se stessi abbastanza noiosi. I ristoranti sono cari e di qualità molto discutibile, le classiche trappole che si incontrano in ogni capitale.

La famosa canzone ‘Champs Elisées’ di Joe Dassin millantava che ‘Il y a tout ce que vous voulez / aux Champs-Élysées’ (c’è tutto ciò che volete / sugli Champs-Élysées). Forse in altri tempi.

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