Marre du Marais?

Tra il III e il IV arrondissement si estende il Marais, quartiere notoriamente branché (alla moda) della città. Già nell’ ‘800 vi si erano insediati soprattutto nobili e borghesi, attorno alla Place Royale (oggi Place des Vosges, un vero gioiello dell’architettura), facendone un quartiere di prestigio. Oggi come allora è certamente presente una componente di abitanti facoltosi, tra cui si distinguono galleristi, designers (Kenzo abita qui) e molti stranieri che cercano un investimento sicuro. Non solo snob comunque! Il Marais accoglie nella sua estremità Nord anche una radicata comunità cinese e nella zona del ‘Pletzl’, attorno alla Rue de Rosiers, una storica comunità ebraica. Vale la pena fare un giro da queste parti se non altro per esplorare le panetterie e le pasticcerie ebraiche o per assaporare i migliori falafel della città (parola di Lenny Kravitz).

Ma diciamoci la verità, il Marais è ormai famoso soprattutto per essere il quartiere gay della capitale. Il cuore della gay-life è la Rue Sainte Croix de la Bretonnerie, dove negli anni ’80 fu inaugurata la prima libreria tematica della città (Les mots à la bouche), peraltro un luogo molto accogliente e vivace. Negli ultimi anni si sono moltiplicati bar, club, negozi di biancheria intima di dubbio gusto, molti negozi di abbigliamento per uomo e vari negozi interessanti di design e complementi d’arredo. È un crociccio di vie ideale per lo shopping e per mettersi in mostra, tra eccessi di ottimo e di pessimo gusto. Ci sono perfino atelier di lusso… per cani, negozi di soli calzini dandy per uomo, centri estetici specializzati in epilazione maschile… e altre curiosità del genere.

Camminare da queste parti, oltre ad essere abbastanza faticoso visto il numero costantemente abnorme di turisti e passanti, vuol dire soprattutto osservare ed essere osservati, una specie di continua sfilata di moda in cui se si indossano le scarpe sbagliate si è finiti!

Nota positiva: è uno dei pochissimi quartieri della città che resta vitale la domenica, quando il resto della metropoli si spegne in un torpore letargico.

Il lato negativo della faccenda è che purtroppo il Marais mi sembra ormai un quartiere estremamente commerciale. Le gallerie d’arte e gli atelier d’artista sono sempre meno numerose e poco frequentate. Il mercato immobiliare è completamente inaccessibile e appannaggio esclusivo di russi, inglesi, americani… Dato il numero di turisti i bar e ristoranti rincarano i prezzi e chiudono un occhio (o due) sulla qualità.

Insomma, nonostante la bellezza dell’architettura, la presenza di Musei e luoghi di interesse (Musée Carnavalet, Musée Picasso, Maison Européenne de la Photographie), la storia di cui le vie sono custodi ed il grande dinamismo imprenditoriale… dopo un po’ ho avuto marre (noia) del Marais.
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