Il Dossier

Alla decima persona che per una qualsivoglia insignificante pratica amministrativa mi ha chiesto di sottoporre il mio ‘dossier’ ho capito che forse nella mia vita mancava qualcosa.

Premessa: la Francia è un paese molto burocratico; alle amministrazioni locali piace da morire richiedere e rilasciare documenti, tanto che in casa sarà necessario prevedere un intero ripiano della libreria per archiviare scrupolosamente tutti i documenti che con il tempo si collezionano. La burocrazia, a onor del vero, funziona come un ingranaggio ben oliato: i tempi di attesa sono più che ragionevoli e gli uffici sono accessibili e senza code chilometriche. Tuttavia, per avere diritto al sistema di sicurezza sociale, alla sanità pubblica, ma anche per aprire un conto in banca o una linea telefonica, è indispensabile produrre una quantità di carta da far impallidire una fotocopiatrice. Per uno che arrivi in Francia con in mano solo il proprio documento di riconoscimento ed una magra lettera di impiego, non sarà certamente vita facile. Ci vuole ‘Il Dossier’ e ben presto si scoprirà che questo non è mai abbastanza completo, aggiornato, voluminoso.

Un Dossier degno di tale nome comprende:

– copia di un documento di identità;

– copia del contratto di lavoro;

– cedolini delle ultime tre buste paga;

– copia dell’ultima dichiarazione dei redditi;

– il RIB (Rélévé d’Identité Bancaire, una specie di Iban);

– contratto di abitazione;

– un giustificativo di domicilio (bollette, letture del gas…);

– cedolini di pagamento degli ultimi tre affitti;

e perché no…. copia in originale dell’estratto di nascita (con annotazioni) rilasciata dal comune di provenienza entro i sei mesi precedenti.

Facile, no? Il lato più divertente è che, ovviamente, per avere la maggiorparte di questi documenti è necessario presentarne altri, in una spirale senza fine di firme, certificati, dichiarazioni e lacrime molto amare.

Quando all’ignara impiegata dell’ufficio comunale si dichiari di non avere in pratica nessuno dei suddetti documenti, questa si sentirà smarrita, sconfortata, inerme. ‘Ma lei non ha neanche una bolletta? un cedolino? un attestato?’ ‘No, sono appena arrivato in questo paese e non ho niente. Niente. Niente di niente.’

Con il passare del tempo però, via via che il Dossier si riempie e si fa bello pesante da portare in giro, è davvero una grande soddisfazione poterlo esibire ad ogni pie’ sospinto. Ad un certo punto i ruoli si invertono e si offrono spontaneamente agli impiegati documenti di ogni tipo, quasi a vantarsi che il proprio Dossier è il più completo di tutti.

In fondo, solo con ‘Il Dossier’ ho avuto una definitiva conferma della mia esistenza e di aver legittimamente conquistato il mio posto in città.

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