Al diavolo la Celebrità: alla riscoperta di 7 registi dell'(altra) commedia all’italiana

Torna l’appuntamento con il ciclo di incontri sul cinema a cura di Andrea Ciaffaroni e Andrea Persica organizzato dal circolo letterario Bel-Ami.

Il ciclo 2017-2018 vedrà protagoniste le monografie di sette autori del cinema italiano che si sono distinti nel genere della commedia brillante e nella farsa, e che schiacciati dal confronto con Mario Monicelli, Dino Risi, Ettore Scola, per citarne alcuni, non sono finiti nelle pagine delle storie del cinema che contano. Forse, non era nei loro piani entrarci, mandando al diavolo la celebrità.

  • 25 ottobre – Steno – Regista popolare, di quantità – oltre 70 film diretti, e praticamente solo commedie eccetto due polizieschi – ma dignitosamente di mestiere: ha diretto tutti, da Sordi a Totò, da Mastroianni a Pozzetto, fino a Diego Abatantuono e Christian De Sica. Nella sua filmografia ci sono le collaborazioni con Monicelli agli inizi di carriera al servizio di Totò, e grandi classici come Un americano a Roma e Febbre da cavallo. Tutti conoscono i suoi film, pochi lo conoscono. E’ il destino di chi era ossessionato dalle gag come lui, artigiano della risata semplice e immediata.
  • 29 novembre – Pietro Germi – Alla commedia ci arrivò in un secondo momento della sua carriera, e ne diresse poche ma buonissime, le migliori del decennio degli anni ’60, come Divorzio all’italiana o Signore e Signori. Commedie di costume molto cattive, contro una società idiota che vuole le regole e poi perde velocemente la bussola. Grande direttore di attori – lanciò di fatto Adriano Celentano – lasciò che il suo ultimo progetto, poco prima di morire, lo dirigesse il suo migliore amico, Mario Monicelli: il film Amici miei è dedicato a lui.
  • 31 gennaio – Luciano Salce – Sono famosi i suoi film, meno lui come autore e attore. Avrebbe meritato l’Oscar dell’incomprensione: scoprì Ugo Tognazzi attore a tutto tondo, diresse i primi due film della saga di Fantozzi, Salce era intelligente e acuto come autore, spiritoso come attore. Troppo, per piacere alla critica snob. E c’è ancora chi non gli perdona lo sberleffo contro i comunisti che non vogliono andare al potere del suo film Colpo di Stato, oggi condannato all’oblio. Come Salce, del resto.
  • 28 febbraio – Antonio Pietrangeli – Come Alberto Lattuada, fu etichettato come il regista delle donne. Pietrangeli in effetti diresse belle commedie di psicologie femminili, ben dirette e mai banali. Alla Sandrelli offrì il ruolo di una vita, Io la conoscevo bene. Ed oggi, quando si vede un film dove una donna si aggira fra le solitudini e le malinconie, si riconosce subito il marchio di Pietrangeli, poco lodato dalla critica che conta.
  • 28 marzo – Nanni Loy – E’ universalmente noto per aver introdotto la candid camera nella nostra televisione, nel famoso programma “Specchio segreto”. Ha poi introdotto questa sua tecnica di osservazione dei costumi italiani in film bellissimi come Detenuto in attesa di giudizio o in Cafè Express, e ritratto Napoli con film tipici ma molto sentiti, come Mi manda Picone. Quelli che predicano la verità, però, sono poi invitati al silenzio. Come Loy, ricordato più per le candid che per i suoi film.
  • 30 maggio – Sergio Corbucci – La commedia di costume diventa scostumata, sboccata ma sanamente divertente: Corbucci, non proprio la finezza fatta persona, venne velocemente cestinato dalla critica come il regista dei film usa e getta, perché lo stampo era quello dei titoli da mandare in onda su Canale 5, zuppi di spot e poco interesse. Invece, fu maestro del cinema western casalingo, e diresse alcuni classici, come I due marescialli con De Sica e Totò, Ecco noi per esempio con Celentano e Pozzetto, La mazzetta, arlecchinata con pistole e Manfredi, e alcune commedie con Bud Spencer e Terence Hill. Forse si è fatto troppi soldi dietro le poche idee, eppure i suoi film li conoscete a memoria.
  • 27 giugno – Ugo Tognazzi – E’ qui ricordato il regista, autore di cinque film tutti non riusciti appieno, ma realizzati con una certa dignità, fra l’assurdo e il concreto, tipico di un attore coraggioso e provocatorio come lui. Il Tognazzi regista è meno noto del Tognazzi attore, entrambi necessari di una rivalutazione ad omaggio di un gigante fra i giganti. Da Il Mantenuto a I viaggiatori della sera, ripercorriamo le idee di un regista tutt’altro che banale, ossessionato dal sesso, dalla morte, cercando di parlare di temi alti con la dignità di chi sa che dietro una vera risata può esserci l’occasione di denunciare la società corrotta. Per questo, rispetto agli altri “mostri” della commedia all’italiana, come Sordi e Manfredi, Tognazzi regista è stato poi dimenticato, come gli anziani che vengono condannati alla morte dietro una crociera premio, come si vede nel finale del suo ultimo film.

Responsabile
Andrea Ciaffaroni

In sintesi
Al diavolo la celebrità: alla riscoperta di 7 registi dell'(altra) commedia italiana
ogni ultimo mercoledì del mese
dalle ore 19:30 alle 21:00
Via di Alberico II, 37
(Zona Metro Lepanto)

Costo del laboratorio
Il ciclo di incontri è gratuito.
Si richiede un contributo per l’associazione ospitante Oroincentri di 2 euro. Nessun costo per i soci effettivi del circolo

Maggiori informazioni e prenotazioni
eventi@bellami.it