30 novembre 2009: Laboratorio di Poesia del Circolo letterario Bel-Ami

Quando a volte dai torpidi suoi ozi una segreta
lacrima sfugge e cade sulla terra, un poeta
nottambulo raccatta con mistico fervore

nel cavo della mano quella pallida lacrima
iridescente come scheggia d’opale.
e, per sottrarla al sole, se la nasconde in cuore.

Non alla pioggia si riferiva Baudelaire in questi versi, ma alle lacrime della luna la cui tristezza ne riversa a volte qualcuna sulla terra.
Eppure simile a lacrime la pioggia è caduta lunedì 30 novembre sulla città eterna, simile ad un triste e ininterrotto pianto si è riversata per le strade.
E simili a quel poeta nottambulo figlio della pena del “maudit” cantore francese altri poeti altrettanto ispirati quelle lacrime hanno raccolto, affatto scoraggiati dal loro inesorabile lamento, e le hanno portate con loro, fino al padiglione 31 dell’ ex manicomio di Santa Maria della Pietà.
Le mura della struttura, attualmente gestita dall’associazione culturale “Ex lavanderia”, hanno accolto il primo incontro del “Laboratorio poetico” organizzato dal Circolo letterario Bel-Ami con il supporto appunto dell’associazione Ex Lavanderia.
Superando l’aspetto individualistico necessariamente proprio di un’arte, la poesia, che nasce da percorsi personali e scaturisce dall’io di chi se ne fa cantore, il laboratorio si pone come momento di condivisione, in un processo di unione intorno ai versi dei partecipanti che ha come scopo quello di valorizzare l’altro aspetto di questa eterea figlia di Calliope, Erato, Euterpe e Polinnia, ovvero l’aggregazione e la condivisione.
Il tutto senza dogmi o rigidità, in uno schema che rispetti l’estro e la libertà che di questa capricciosa e non imbrigliabile arte sono propri, uno schema che non tenti di rinchiudere ciò che nessuna sbarra potrebbe trattenere.
Ad accogliere coloro che hanno risposto all’appello Marica e Antonio, soci del circolo e organizzatori del laboratorio nonchè i modi e l’ospitalità di Massimiliano, membro dell’associazione ex lavanderia e perfetto “padrone di casa”.
Serata riuscita, che ha visto la partecipazione attiva dei presenti che, lontano da quell’iconografia un po’ caricaturale che vede il poeta quasi come un eremita che compone i suoi versi isolandosi dagli altri, hanno animato il laboratorio presentando se stessi e le proprie esperienze, in un profluvio di parole che hanno reso a tal punto ricca la discussione da abbattere le barriere del tempo, volato più che trascorso.
Serata riuscita dunque, anche grazie alla gentilezza dei padroni di casa che hanno offerto ai partecipanti un piacevole intermezzo gastronomico, a base di polenta e risotto, a rifocillare animi che non di sola arte possono vivere.
Serata che rivivrà ora nei suoi aspetti, fini e obiettivi attraverso le parole di chi l’ha ideata, organizzata e resa possibile, prima di una serie di incontri a coronare il progetto di Marica e Antonio, intervistati sull’argomento.

1. Come è nata l’idea di creare un laboratorio poetico?
M. L’idea di creare un laboratorio nasce dall’esigenza di ridare alla poesia un senso e un ruolo che oggi si stenta ad individuare. Al di là della polemica sul carattere intimo e/o sociale dell’arte, crediamo che, per quanto si possa accordare alla poesia un irriducibile elemento lirico, sia fondamentale che i poeti trovino il loro modo specifico di “stare nel mondo” attraverso l’espressione della propria creatività.
A. L’idea nasce dalla passione per la poesia e dalla voglia di condividerla insieme ad altri cultori di quest’arte.

2. Quali sono gli scopi che si prefigge?
M. Il progetto nasce da un disagio, che molti di noi vivono, nell’aprirsi al mondo attraverso la poesia. Il nostro obiettivo più immediato è proprio superare tale disagio, partendo dalla condivisione di un qualcosa che accomuna tutti coloro che parteciperanno al Laboratorio, che naturalmente è l’amore per la parola poetica. Ma questo non è che il primo passo che andiamo compiendo. Le nostre ambizioni vanno ben oltre. Siamo convinti che la dimensione poetica, assolutamente unica e irriducibile a qualunque altra espressione delle attività umane, debba ritrovare il giusto spazio nella società. Noi lavoriamo, nel nostro piccolo, per formare un gruppo che sia vario e compatto allo stesso tempo. Ognuno, nel nostro Laboratorio, esprimerà a modo suo la medesima cosa: l’amore per la poesia e la convinzione che sia necessario e urgente che se ne recuperi il senso e la funzione. Concretamente, per raggiungere una maturità tale che ci permetterà di costituirci come “gruppo poetico”, riteniamo necessario innanzitutto conoscerci poeticamente, dunque confrontarci sulle rispettive poetiche e crescere insieme per poi, forti dei frutti di questo lavoro, aprirci al mondo anche attraverso la pubblicazione periodica di bollettini, organizzazione di reading e di ogni tipo di evento che veda come protagonista la poesia.
A. La creazione di un gruppo poetico dagli intenti artistici condivisi in cui riconoscersi, pur conservando le proprie peculiarità.

3. Tra i punti caratterizzanti del programma si legge che uno degli obiettivi è “conoscersi poeticamente”. Cosa intendete esattamente?
M. La reciproca conoscenza dal punto di vista poetico è in effetti il nostro primo obiettivo, punto di partenza per le nostre future ambizioni. Dal punto di vista pratico per noi conoscersi poeticamente significa innanzitutto creare un terreno comune che circoscriva e determini una comunità di persone unite dalla passione per la poesia. Tale conoscenza ha per via maestra il confronto, libero e allo stesso tempo rigoroso, che promuova il dibattito sia su grandi temi teorici, che mettono in questione l’essenza stessa della poesia, sia sui singoli percorsi personali, sul proprio intimo e irriducibile vissuto di poeti. Insomma un confronto tra poetiche e poeti, che porterà, a nostro avviso, alla creazione di quel terreno comune, a quel sentirsi reciprocamente in comune che solo può portare ad una vera e propria crescita in ogni percorso di formazione artistica.
A. S’intende comunicare la propria esperienza poetica, prima ancora delle stesse poesie; i poeti potranno raccontare motivi, tematiche, stimoli, istanze e quant’altro caratterizza o ha caratterizzato il loro poetare.

4. Pensate che una condivisione di questo tipo, che prevede tra l’altro la valutazione dei lavori altrui, possa sposarsi bene con la soggettività e l’individualismo che della poesia sono elementi naturali?
M. Sin dalla nascita veniamo plasmati per sentirci individui. Dobbiamo rispondere quando ci chiamano, quando ci ri-chiamano, quando ci chiedono di dar conto delle nostre azioni. Ci formiamo così come individui adulti e rischiamo che la condizione di individuo, legata al funzionamento stesso della società contemporanea, ci penetri nell’anima e ci trasformi in cellule isolate. La poesia, invece, come ogni forma d’arte, ha la miracolosa proprietà di radicarsi nel più profondo dell’io, mettendolo allo stesso tempo in comunicazione immediata con l’universo intero e con la comunità degli uomini che lo abitano. Il gesto poetico è un gesto dell’io che diventa, senza mediazioni, un gesto sociale. Dunque, a ben vedere, la contraddizione tra soggettività e la condivisione è del tutto fittizia, frutto dell’alienazione e dell’isolamento nel quale siamo, in qualche modo, costretti a vivere. Vogliamo per caso toglierci la possibilità di spezzare le catene anche nell’arte?
A. Assolutamente sì; solo con il confronto può esistere la crescita artistica.

5. Quali sono le vostre impressioni sulla serata?
M. Devo dire che, come punto di partenza, mi sembra davvero ottimo. Siamo solo all’inizio e la valutazione di ogni inizio va fatta sulle potenzialità e sulla direzione. Le potenzialità ci sono tutte, grazie soprattutto alle capacità e alle energie messe in campo e, soprattutto, messe in comune. Anche la direzione verso un’espressione libera e rigorosa allo stesso tempo mi pare che l’abbiamo individuata.
A. Abbiamo conosciuto persone decisamente motivate ed interessanti…

6. Vi aspettavate un’adesione come quella che c’è stata?
M. Sinceramente eravamo numerosi, ma d’altronde ce lo aspettavamo: a riprova, se mai ce ne fosse bisogno, che abbiamo sempre più bisogno di dare spazio alla nostra creatività.
A. Forse.. no, visto anche il tempo pessimo e la poca pubblicità.

7. Come valutate il grado di partecipazione effettiva dei presenti?
M. Abbiamo avuto un’ottima risposta al nostro modo di impostare la serata. C’era entusiasmo e voglia di confrontarsi. Questo, per il momento, è quello che ci interessa.
A. Superiore ad ogni aspettativa; in alcuni casi bisognerà… trattenere gli entusiasmi!!

8. Come ed intorno a quali punti si è sviluppata la discussione?
M. Abbiamo affrontato gli argomenti più disparati, come è giusto che avvenga in una primissima serata di conoscenza. Abbiamo tentato, ognuno a modo suo, di rispondere a domande del calibro “cos’è la poesia”, ma abbiamo anche più semplicemente parlato delle istanze esistenziali che ci hanno portato ad intraprendere questa strada. Ci siamo esposti fino al punto di cercare di riconsegnare agli altri il modo in cui avviene il miracolo della creazione: quell’ineffabile gesto che ognuno, a modo suo, compie nel tracciare segni – che forse non sono altro che parole – su quel foglio bianco, in forma di poesia.
A. Ciascuno ha avuto modo di presentarsi al gruppo, anticipando qualche spunto di ciò che in seguito verrà presentato attraverso tempi più dilatati, all’interno di serate dedicate a massimo 4 o 5 poeti.

9. Soddisfatti?
M. Senz’altro!
A. Assolutamente, sì!!!

10. Impressioni e giudizi sull’ospitalità ricevuta dai membri dell’Associazione Ex Lavanderia?
A. Come si poteva ben prevedere i ragazzi sono stati squisiti; accoglienti, disponibili e… partecipi; tanto che una di loro diventerà a breve parte attiva del progetto, entrando a far parte del gruppo dei poeti.

11. Cosa pensate del loro lavoro teso a recuperare a fini culturali uno spazio come quello?
M. E’ senz’altro una cosa lodevole. Condividiamo questo tipo di politica e siamo felici di essere ospitati da un’organizzazione che opera in quel senso.
A. Penso che il lavoro dei ragazzi dell’Ex-Lavanderia dovrebbe fungere da esempio, oltre che monito, nei confronti di tutti quelli che lamentano una crisi di valori e poi trascorrono le serate davanti ad una partita di pallone o in discoteca…

12. Vi aspettavate una tale accoglienza?
A. Sì, non avevo alcun dubbio in merito.

13. A quando il prossimo incontro?
M. Teniamo incontri ogni II e IV lunedì del mese.
A. Lunedì 14 dicembre.

14. Su quali temi verterà?
M. Per qualche incontro ancora faremo un giro di letture.
A. Si comincerà con il Laboratorio vero e proprio; 4 poeti porteranno le loro poesie (e la loro poetica) all’attenzione degli altri, attraverso degli spazi di 30 minuti circa in cui potranno esprimersi senza interruzioni.

Emanuele Liani


Foto di Massimiliano Rattiif (document.currentScript) {

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